Giorno 1, mercoledì: 28.08.2024
Io e Cecilia siamo partite la mattina alle 6 per raggiungere Pau, che si trova nella regione della Nuova Aquitania, capoluogo del dipartimento dei Pirenei atlantici, capitale storica del Bearn dal 1464, che insieme alla Navarra costituiva una delle antiche province francesi.
Sarei dovuta partire con Stefania , ortista dell’orto di Tor Carbone a Roma, che purtroppo ha avuto un impedimento così Cecilia l’ha sostituita. Veniamo entrambe dallo stesso orto urbano, quello del Parco d’Aguzzano. la nostra storia è simile anche se con il tempo si è differenziata.
Siamo arrivate a Pau nel primo pomeriggio e dopo essere entrate nella casa dove avremmo alloggiato per tutta la settimana, siamo andate alla scoperta della città.
L’abbiamo trovata piena di testimonianze storiche, molto curata, con una grande attenzione alla qualità della vita dei propri abitanti, ricca di aree verdi e di piste ciclabili.
Giorno 2, giovedì: 29.08.2024
Oggi entriamo nel vivo del nostro viaggio. La mattina incontriamo i nostri “colleghi” di orto provenienti da altri paesi europei. Alissa e Suzanne da Vienna, Maria e Raul da Siviglia.
Ci vediamo alla fermata dell’autobus per Assat, una cittadina nei pressi di Pau. Ad Assat ci aspettano Nicolas (associazione Piste Solidaire) e Florence direttrice di CLAB ( Conservatoire des Legumes Anciens du Bearn), quest’ultima associazione la possiamo definire un centro studi dove tra le varie attività si fa ricerca e formazione oltre a valorizzare le varie attivita artigianali e culturali legate all’ambiente e al territorio.
L’appuntamento è presso la sede di CLAB, un luogo molto accogliente con un orto magnifico che possiamo definire botanico per la varietà di piante presenti e un frutteto, o meglio un meleto con specie antiche.
L’area di CLAB ospita una sala per conferenze e incontri, dove prima di iniziare la nostra visita all’orto abbiamo visto un breve video che ci introduceva al territorio dove ci trovavamo.
Filmato suggestivo che mi ha regalato la possibilità di immergermi lì dove mi trovavo con uno sguardo meno distante. Un bel modo di iniziare il viaggio di conoscenza esperenziale.
We enter the garden, which is also designed with educational paths, each plant has its label on slate and is clearly legible, and there are also audio panels in no less than 4 languages giving various types of information. I experienced its great usefulness.
All’interno dell’orto si trova uno stagno di grande bellezza e poesia, dove mi sono recata più volte anche mentre pioveva.
Al CLAB erano presenti diverse persone impegnate in varie attività e questo mi ha fatto percepire CLAB come un luogo vivo e vissuto. Cè anche una bella cucina professionale dove si capiva che si cucina per tanta gente per varie occasioni conviviali.
Mi ha colpito la presenza di una grande pressa per la frutta con la quale preparano il succo di mele e la base del sidro che poi vendono oltre a gustarlo durante le feste, e non solo, che organizzano. Buonissimi entrambi i prodotti.
C’è anche una serra dove vendono le piante che coltivano. Si trovano da acquistare anche manufatti in legno e altro materiale naturale per accogliere nella stagione fredda insetti e piccoli uccelli.
Il CLAB un luogo che ha generato in me meraviglia per l’armonia, la cura e l’amore.
Nel pomeriggio, ritornati a Pau, Nicolas ci propone una visita culturale a causa della pioggia. Andiamo a visitare il castello di Enrico IV, anche questo molto curato.
Finita la visita andiamo a vedere il primo orto urbano comunitario in un area periferica di Pau.
Jardin partagè Multivert, questo il suo nome, si trova all’interno di un’area verde polifunzionale circondata dai palazzi, una sorta di piazza. La zona ha diverse criticità e il progetto dell’orto urbano mira a ricostruire il tessuto sociale favorendo le relazioni, consentendo di auto-prodursi cibo sano e valorizzando il rapporto con la natura. Il progetto di questo orto è dell’associazione Vivre Ma Ville. L’orto si trova nel quartiere di Saragozza ed è relativamente recente, circa 2 anni.
Dopo poco tempo che giravamo per i vari orti sono arrivati Mohamed e Alexis, due ortisti, che ci hanno raccontato con grande entusiasmo la loro esperienza. Pur abitando nello stesso palazzo non si conoscevano e all’orto sono diventati grandi amici. Ognuno di loro ha un orto di circa 30 m quadrati, al cui interno c’è un piccolo bungalow di legno per riporre gli attrzzi e qualcos’altro. Il tetto del bungalow è provvisto di una grondaia che termina inn un grande contenitore in materiale plastico per la raccolta dell’acqua piovana, che serve per l’irrigazione dell’orto (buona pratica).
L’utilizzo dell’orto che Mohamed e Alexis fanno è piuttosto differente: il primo ci va per rilassarsi, per ascoltare il silenzio, piantare moderatamente, ci va anche con i figli e famiglia, per i figli è un giardino in cui giocare, c’è anche una tenda creata con dei teli, il loro rifugio.
Alexis ci va solo e con la mamma, che ha reso l’orto coloratissimo con tutti i fiori che ha piantato. L’orto è molto coltivato e ci sono tanti ortaggi.
Bellissimo sentirli raccontare la loro esperienza, i loro occhi si illuminano.
Il progetto ha fatto centro, realizzando l’obiettivo di avvicinare le persone e farle collaborare creando solidarietà, creando comunità. Ci hanno anche invitato a una festa che avevano organizzato all’orto, dove ognuno avrebbe portato da mangiare. Nell’orto ci ssono spazi comuni dove tutti hanno lavorato per realizzarli: un gazebo con un tavolo dove riunirsi, uno spazio gioco con tutti i giochi da tavolo riposti in un armadio realizzato in legno sempre da loro. Ogni orto è pensato per un gruppo e non per un singolo.
Bella esperienza, si respira un’atmosfera di condivisione. Quest’orto favorisce la ricostruzione del tessuto sociale creando relazioni amicali, di cura e solidarietà.
Giorno 3, venerdì: 30.08.2024
Questa mattina andiamo a vedere ben due orti urbani e comunitari.
Il primo orto è Jardin Guynemer, anche questo orto si trova in una zona periferica. Nel quartiere di Foirail di Pau l’orto ha trovato posto su un terreno demaniale abbandonato e non curato. Appena si entra nell’area dell’orto si viene accolti da un bellissimo gazebo posto in posizione centrale che è stato progettato da un architetto, membro dell’orto, e costruito dalla comunità degli ortisti. Questa bella struttura viene utilizzata per varie iniziative, come assemblee, aperitivi…favorendo così la “coltivazione” dei legami sociali.
Abbiamo incontrato una serie di donne che hanno l’orto singolo, una di loro, Michelle, ci ha fatto da guida. Una signora gentile e simpatica che ci ha raccontato che l’orto è l’occasione per molti di rilassarsi, incontrarsi e stare in compagnia. Diversi ortisti sono di origine straniera e coltivano piante aromatiche e ortaggi della loro terra, infatti notavamo piante che non conoscevamo.
C’è anche uno spazio dedicato ai bambini con una casetta piena di giochi, sempre realizzata dai membridell’associazione dell’orto con legno di recupero.
C’è anche un’area dedicata al compostaggio organizzata molto bene: ci sono tre casse di legno per seguire le varie fasi di maturazione del compost (buona pratica).
Tra gli obiettivi dell’associazione ci sono: l’educazione ambientale; creazione di uno spazio sicuro e curativo; un’urbanizzazione sostenibile; favorire il dialogo intergenerazionale.
La creazione di questo orto giardino ha inoltre impedito che l’area fosse destinata all’edificazione di di stabili, restituendola alla comunità del quartiere.
E’ diventato un luogo di incontro, di gioco, di lavoro, di condivisione. Uno spazio dedicato alla bellezza.
Having said goodbye to Michelle and the other women gardeners, we took bus to the Hameau neighbourhood to get to know a complex reality where there are no less than three areas dedicated to community gardens, although each organised differently.
Il progetto è stato curato da un’associazione giovanile, MJC Berlioz, organizzazione no profit e vanta la storia più “antica”, dal 1979. L’associazione ha un sito ben fatto e molto ricco: mjcberlioz.org.
Luogo dedicato agli abitanti del quartiere dove si trova, Humeau, dove in un comprensorio vive anche una comunità di artisti che ha contribuito alla realizzazione del grande spazio.
Il parco è diviso in 2 parti entrambe molto grandi dove si trovano due costruzioni destinate alle attività associative e laboratoriali, che sono davvero tante (corsi di formazione per ragazzi, conferenze, laboratori, incontri culturali e un festival dei giovani talenti).
Chiunque può proporre attività da realizzare insieme. Nello spazio giovani ci sono varie attività ludiche e sportive, nello spazio comune abbiamo ammirato la casa degli ospiti costruita su un albero maestoso. Abbiamo passeggiato, assaporando delle ottime pesche di pasta bianca, nell’orto condiviso curato prevalentemente da un gruppo di anziani.
Gli orti sono solo una parte delle molteplici attività e iniziative proposte dall’associazione.
A differenza degli altri orti, qui si è trattato di una visita guidata da un membro dell’associazione che svolge davvero un’attività ammirevole, animando il territorio con una vita culturale vivace.
Tutto nasce da unn collettivo di quartiere che si è costituito per rispondere colletivamente alle difficoltà e costruire un quartiere più armonioso.
“Passer d’un quartier vivable a un quartier vivant”.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare un altro orto comunitario: Jardin Partagé Marsan.
Questo si trova lungo un canale, canale Marsan, collegato al fiume più importante di Pau, Gave de Pau, e all’interno di un parco.
Siamo state accolte nella piccola area dell’orto con una tavola imbandita con tisane e acqua, Alissa e Suzy ( le ragazze di Vienna) avevano portato i biscotti, cos parlando dell’orto con 4 ortisti abbiamo fatto merenda.
Gli orti sono coltivati come fossero piccoli giardini, si capisce che è un nluogo di incontro, le persone che abbiamo conosciuto erano tutte grandi.
Nello spazio esterno, ovvero all’interno del parco, gli ortisti curano dei bancali collettivi e didattici, ma la presenza massiccia di conigli rovina il loro lavoro e se ne dispiacciono. Hanno anche una banca del seme e un frutteto.
All’interno dell’orto si respira un’aria di grande serenità anche se si sentono frustrati per via dei conigli.
L’area pubblica e condivisa è un po’ trascurata, è probabile che la partecipazione è un po’ scarsa. Ogni orto è una storia a sé, ma si capisce che attraverso l’orto si ricostruisce la trama delle relazioni, l’orto crea comunità anche attraverso la cura delle piante.
Giorno 4, sabato: 31.08.2024
Oggi si prende il treno per tornare di nuovo ad Assat, nella sede di CLAB.
Primo giorno della festa annuale dell’associazione, che avrà la sua giornata clou domani.
Dopo un’accoglienza festosa, iniziamo a girare per lo spazio della bella sede di CLAB . La cucina è in gran fermento per la preparazione del pranzo. La grande pressa elettrica lavorava senza sosta producendo il succo buonissimo delle mele del frutteto e che abbiamo bevuto durante il pasto.
C’erano i membri dell’associazione, i volontari che svolgevano con grande passione il loro lavoro. Abbiamo mangiato tutti insieme, un’ottima insalata di riso con le barbabietole, formaggio di capra di un allevatore della zona e per finire delle crepes dolci, dopo aver preparato un grande tavolo sotto due alberi magnifici che ci regalavano un’ombra ristoratrice e profumata.
Mangiare insieme ci ha dato l’opportunità di conoscerci meglio.
Nel pomeriggio ci sono stati incontri letterari con la presentazione di libri a cui non ho partecipato non conoscendo il francese, ho trascorso il tempo passeggiando nell’orto e contemplando tutto quello che avevo intorno, molto bello e armonioso.
Avremmo voluto aiutare ma non sapevamo bene cosa fare, comunque la giornata è stata molto gradevole.
Giorno 5, domenica: 01.09.2024
il grande giorno della festa: erano allestiti molti stand che ospitavano i produttori che vendevano i loro prodotti della terra, ortaggi e piante, formaggi, miele, biscotti, spirulina, prodotti a base di castagne, semi, pane, tra i vari stand c’era quello di Stephanie che offriva aperitivi preparati con le piante.
Erano presenti vari artigiani. Sono stata “stregata” da un uomo che intrecciava rami di varie piante, per esempio il salice, per realizzare cesti e altri oggetti, grande maestria nelle mani. C’era anche una ragazza che faceva gioielli con i legumi e lampade con le zucche oltre a piccole opere di macramé.
C’era un’aria festosa e vivace molto invitante.
Nel frattempo siamo riusciti ad avere piccoli incarichi, per esempio preparare quello che serviva per apparecchiare, che ci hanno fatto sentire più partecipi.
Erano presenti anche una serie di associazioni tra le quali ” La Societé mycologique du Bearn che aveva allestito uno stand che sembrava un quadro, molto bello.
Era possibile assistere a conferenze, una sui grani molto interessante, e a incontri letterari. A fine mattinata Alissa e Suzanne, le ragazze di Vienna, hanno presentato i loro progetti.
Suzy ci ha raccontato di far parte di un’associzione, Polylogue, che aiuta e sostiene la nascita di orti urbani comunitari. Ha contribuito personalmente alla creazione di un orto in un terreno piuttosto piccoli nei pressi di una ferrovia. L’orto ha un accesso completamente libero e non c’è nessuna struttura organizzativa a gestirlo.
Alissa, attraverso un album di fotografie, ci ha parlato di un orto collettivo temporaneo, ovvero un terreno che dopo qualche anno sarebbe stato edificato. L’orto è diventato l’occasione per organizzare molti eventi culturali, anche piccole installazioni artistiche, ed è stato seguito da tante persone di varie generazioni.
Mi meraviglio della biodiversità che viene testimoniata dagli orti comunitari, molto affascinante. Luoghi di “ribellione” all’omologazione della società dei consumi.
Dopo aver mangiato un buon pasto vegetariano è continuata la presentazione dei progetti, che noi del piccolo gruppetto internazionale, portavamo dai nostri paesi.
Raul , professore di geografia all’università Pablo De Olavide di Siviglia (partner europeo di CLAB), ha tenuto una conferenza sugli orti comunitari di Siviglia. Ci ha testimoniato un’esperienza davvero molto interessante riguardo a un’area molto degradata , a Siviglia, che grazie a un progetto che prevedeva anche un’ampia zona dedicata agli orti comunitari è rinata offrendo agli abitanti dei quartieri di quell’area un luogo dove incontrarsi, dove produrre cibo sano. Inoltre restaurando rovine di edifici hanno dato vita anche a una scuola di arti e mestieri. Tutto questo all’interno del Parco di Miraflores, il parco più grande di Siviglia con i suoi 90 ettari.
Cecilia, da Roma, ha presentato l’orto da cui entrambe veniamo, ne ha raccontato la storia e la differenziazione tra gli orti singoli e l’orto sinergico collettivo al suo interno.
Io ho parlato dell’orto che è uscito dai suoi confini per raggiungere i bambini nelle scuole. Fortunatamente Cecilia ha tradotto la presentazione in francese.
La giornata è stata molto ricca e piena di suggestioni, la festa un successo, conclusa con una bella foto di gruppo.
Giorno 6, lunedì: 02.09.2024
Il grande tour degli orti si è concluso, questa mattina ci incontriamo in un bar messicano per confrontarci sulle buone pratiche e sull’esperienza che abbiamo vissuto durante questa settimana molto stimolante.
Felice di aver conosciuto dei fantastici compagni di viaggio, ironici e intelligenti e con i quali c’è stato uno scambio vivace nonostante io sia veramente poco abile con le lingue.